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Dermatite Atopica e Alopecia Areata: non solo un problema estetico

Ci sono due patologie che rischiano di essere considerate solo un problema estetico, ma chi le vive subisce un notevole impatto nella vita quotidiana: tolgono il sonno e l’autostima, compromettono la vita intima e sociale, aprono le porte a discriminazioni e hanno conseguenze negative sulla vita lavorativa e sono spesso accompagnate da ansia e depressione.

Si tratta della Dermatite Atopica e della Alopecia Areata.

Dermatite Atopica

È una malattia cronica della pelle che colpisce circa il 5-8% della popolazione in Emilia-Romagna.

In questi pazienti la pelle è come un muro con i mattoncini troppo distanziati: la barriera protettiva non funziona come dovrebbe, permettendo a sostanze esterne (allergeni, microbi, agenti irritanti) di penetrare facilmente e scatenare una reazione infiammatoria eccessiva.

Il risultato sono eczemi dolorosi, lesioni che si infettano facilmente e un prurito definito "incoercibile", cioè impossibile da controllare.

I bambini diventano agitati, gli adulti non riescono a concentrarsi sul lavoro perché continuamente tormentati da questa sensazione che induce al grattamento.
E grattarsi crea ferite che tardano a guarire, innescando un circolo vizioso.

Nelle forme più gravi la conseguenza è un importante peggioramento della qualità di vita, che vede una compromissione della vita sociale, lavorativa e relazionale.

Lo stress poi peggiora tutto perché riduce la capacità dell'organismo di reagire e affrontare qualsiasi problema di salute.

Alopecia Areata

A differenza della Dermatite Atopica, che è una battaglia continua contro il prurito, l'Alopecia Areata è uno shock improvviso.

Chi ne viene colpito nel giro di una o due settimane può arrivare a perdere tutti i capelli, tutte le ciglia, tutte le sopracciglia e tutti i peli del corpo.
Può manifestarsi con chiazze rotonde localizzate, oppure evolvere in forme totali o addirittura "universali", dove scompare ogni pelo del corpo.

Si tratta di una malattia autoimmune, cioè una malattia in cui il sistema immunitario si "sbaglia" e attacca i follicoli dei capelli come se fossero nemici da combattere. Le cellule infiammatorie si accumulano sotto chiazze rotonde del cuoio capelluto e i capelli cadono.
Fortunatamente i follicoli non vengono distrutti, quindi la perdita è reversibile, ma finché persiste l'infiammazione, nessun capello ricresce.

In Emilia-Romagna colpisce circa lo 0,2% della popolazione senza distinzione di età, genere o provenienza.

L’impatto è sia fisico che psicologico e sociale

A livello fisico si deve ricordare che le sopracciglia impediscono al sudore di colare negli occhi, le ciglia proteggono dall'ingresso di polvere e particelle e i capelli riparano dal sole.

Senza di essi, anche la sudorazione viene alterata e aumenta il rischio di problemi cutanei.

L’impatto psicologico e sociale è devastante: adolescenti che perdono i peli della barba proprio quando iniziano a sentirsi adulti, bambini bullizzati a scuola che non vogliono più togliersi il cappellino, che rifiutano di fare sport o uscire con gli amici, e adulti che vedono un aumento nella difficoltà nel trovare un posto di lavoro.

Una nuova opzione terapeutica completamente accessibile

L’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) ha approvato il baricitinib, primo farmaco autorizzato sia per il trattamento della dermatite atopica moderata-severa che per l'alopecia areata severa.

Si tratta di una compressa da assumere una volta al giorno, che agisce bloccando in modo molto selettivo la parte del processo infiammatorio specifica per queste due malattie.

Non è un farmaco sconosciuto: viene usato da oltre 10 anni per l'artrite reumatoide, quindi la comunità medica ne conosce bene efficacia e sicurezza.

Il farmaco è rimborsato dal SSN per i pazienti adulti con forme moderate-gravi di dermatite atopica o forme gravi di alopecia areata (oltre il 50% del cuoio capelluto interessato).

Il percorso prevede una prima visita da un dermatologo ospedaliero che valuta l'idoneità al trattamento attraverso anamnesi ed esami del sangue.
Se il paziente risulta idoneo, il medico redige un "piano terapeutico" che permette di ritirare gratuitamente il farmaco presso la farmacia dell'ospedale di riferimento.
Seguiranno controlli periodici, comprensivi di esami del sangue, effettuati ogni 3 mesi per monitorare la tollerabilità del paziente al farmaco.

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